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In primis, vorrei sottolineare brevemente, alcuni concetti che nell’euforia di questi giorni legata alla vittoria a Wimbledon di Jannik, vengono tralasciati dalla maggior parte dei media e che invece a mio personale giudizio dovrebbero essere valorizzati e servire anche da indirizzo per tutti quei genitori che hanno dei figli che si stanno approcciando al mondo dello sport a livello agonistico. La vittoria di Sinner non è solo frutto del talento e del duro lavoro, ma anche del solido sistema di valori e del sostegno costante ricevuto dalla sua famiglia. In un mondo sportivo spesso dominato da pressioni mediatiche e interessi economici, il suo legame familiare rappresenta un esempio di autenticità e stabilità da seguire.

Gli aspetti fondamentali del ruolo della famiglia nel suo successo li possiamo sintetizzare come segue:

 Valori trasmessi fin dall’infanzia

Sinner è cresciuto in una famiglia semplice e molto unita, in Alto Adige. I suoi genitori, che lavorano in un rifugio di montagna, gli hanno insegnato fin da piccolo il valore del lavoro, della disciplina e del rispetto. Questi principi si riflettono nel suo atteggiamento in campo: concentrato, composto e determinato.

  Supporto senza pressioni

A differenza di molti giovani talenti che subiscono forti pressioni da parte della famiglia, Sinner ha sempre raccontato di aver ricevuto un supporto sereno e incondizionato. I suoi genitori non lo hanno mai forzato a scegliere il tennis, e anzi lo hanno lasciato libero di decidere tra sci (che praticava a livello agonistico) e racchetta.

  Presenza discreta ma costante

La famiglia di Sinner non ama i riflettori, ma è sempre stata presente nei momenti importanti della sua carriera, sia nei momenti difficili che nelle vittorie. La loro presenza ha contribuito a mantenere il giovane atleta con i piedi per terra, nonostante il successo crescente.

 Un rifugio emotivo

In più interviste, Sinner ha raccontato di trovare nella famiglia un rifugio emotivo nei momenti di stress. Questo equilibrio mentale è fondamentale in uno sport individuale come il tennis, dove la componente psicologica può fare la differenza tra vittoria e sconfitta.

Smaltita la sbornia del fantastico successo di Sinner a Londra… parliamo di tennis.

Da appassionato e conoscitore di questo magnifico sport che pratico da una vita tanto da definirlo “la mia terapia”, riconosco al tennis la capacità di sviluppare e insegnare valori nonché molteplici qualità che possono riflettersi sia in ambito sportivo che professionale ovvero delle autentiche lezioni che vanno dal campo al lavoro.

Ecco un riepilogo chiaro e sintetico delle principali qualità che il tennis sviluppa:

 

 Decisioni rapide sotto pressione
Durante una partita, il tennista prende una moltitudine di decisioni in pochi secondi: attaccare o difendere? Giocare lungo linea o incrociato? Questa costante necessità di valutare, scegliere e agire si traduce nella capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci anche in contesti lavorativi ad alta pressione.

 Resilienza e gestione dell’errore
Ogni punto perso è un’opportunità per imparare. Il tennis insegna ad accettare gli errori, analizzarli e ripartire senza lasciarsi abbattere. Questo atteggiamento mentale è fondamentale per affrontare sfide professionali, fallimenti o imprevisti con lucidità e determinazione.

 Autodisciplina e responsabilità
Gestione autonoma della preparazione e delle prestazioni, senza alibi.

 Concentrazione e focus prolungato
Una partita può durare ore. Mantenere l’attenzione e il controllo mentale su ogni singolo scambio, allena la mente alla concentrazione profonda, abilità cruciale in ogni ambiente lavorativo, soprattutto in ruoli che richiedono precisione e costanza.

  Pianificazione e strategia
Ogni avversario è diverso, e ogni partita richiede una tattica mirata. Questo sviluppa capacità analitiche e strategiche che tornano utili nella pianificazione di progetti, nella gestione di team o nel problem solving aziendale.

 Autonomia e responsabilità personale
Il tennis è uno sport individuale: vinci o perdi da solo. Questo allena all’assunzione di responsabilità, alla disciplina e alla capacità di auto-valutarsi, caratteristiche fondamentali per crescere professionalmente.

 Controllo emotivo
Gestire la tensione, restare calmi nei momenti decisivi, non lasciarsi travolgere dalla frustrazione o dall’euforia: tutte qualità che un buon tennista sviluppa, e che sono preziosissime per mantenere relazioni professionali equilibrate e comunicazione efficace nei momenti critici.

 Rispetto e fair play
Rispetto per l’avversario, per le regole e per il contesto, anche nei momenti difficili. Per l’arbitro e le regole: anche nei momenti di tensione, il tennista accetta decisioni e si attiene al fair play.

  Inclusione e multiculturalità
Il tennis è uno sport globale, che unisce culture e persone diverse, insegnando rispetto e apertura mentale.

 Leadership silenziosa
Saper motivare sé stessi, dare l’esempio e guidare con l’atteggiamento più che con le parole.

Conclusione

Il tennis non è solo allenamento fisico: è una palestra mentale che forgia leader, team player e professionisti resilienti. Portare la mentalità del campo nel mondo del lavoro significa affrontare ogni sfida con spirito competitivo, autocontrollo e capacità di risolvere problemi in modo lucido e creativo.
Non solo uno sport. Il tennis è una scuola di vita. Ogni scambio allena non solo il corpo, ma la mente: concentrazione, reattività, gestione della pressione, strategia.
Ogni sconfitta insegna a rialzarsi, adattarsi, migliorarsi.
Ogni vittoria nasce da disciplina, costanza e autocontrollo.
Il tennis mi ha insegnato a risolvere problemi, a non mollare, a credere nel processo più che nel risultato.
Sono qualità che oggi porto con me anche fuori dal campo: nel lavoro, nei progetti, nelle relazioni.

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